La Roccia dell'Orso, da cui deriva la denominazione dello stesso promontorio, è costituita da una gigantesca formazione rocciosa che, svettando su un rilievo granitico di circa 120 m, domina tutto il paesaggio circostante.
La roccia, che risale al tardo paleozoico (circa 300 milioni di anni fa), modellata dall'azione costante del vento e degli agenti atmosferici, ha generato nel corso dei millenni la sagoma di un orso intento a vigilare sul braccio di mare, tra la costa di Palau e l'isola de La Maddalena. La roccia è stata frequentata sin da tempi preistorici ed era ben conosciuta dai tantissimi navigatori che si avvicinavano alla Sardegna, tanto da essere identificata come uno dei punti chiave della navigazione nel Mar Mediterraneo (il promontorio è stato identificato da alcuni studiosi come l’omerica terra dei Lestrigoni). Si trova testimonianza della sua presenza negli scritti dei primi geografi che studiarono la Sardegna. La prima illustrazione grafica della roccia compare nell' “Itinerario dell'isola di Sardegna” di A. Lamarmora, che fa risalire la singolare somiglianza a circa 2000 anni prima, in seguito Ptolemy (II sec. d.c.) nella sua “Geografia” indica questo luogo col nome di “Areti Promontorium”. Nel 1993, la Regione Sardegna, per le caratteristiche geologiche morfologiche e per la sua rappresentatività e specificità, ha dichiarato la roccia dell'orso monumento naturale, e l'immagine dell'orso è diventata il simbolo di Palau. L'orso è così importante per la comunità, che è rappresentato nel gonfalone del comune.
Dalla sommità della collina, tra le zampe dell'orso, si può apprezzare un panorama unico ed affascinante che abbraccia un ampio tratto della costa settentrionale e dell'arcipelago di La Maddalena sino alle montagne della Corsica. Poco distante dalla roccia, in un'area caratterizzata dalla ricca presenza di macchia mediterranea, si trova il grande e suggestivo Forte di Capo d'Orso, imponente batteria militare della fine del diciannovesimo secolo. Essa fu interamente costruita con grandi massi di granito dal Genio Militare della Marina e faceva parte del più ampio complesso difensivo delle fortificazioni, poste a difesa della base militare di La Maddalena.